Pomeriggio di inizio giugno, rientro dal lavoro, sul treno. Il primo caldo della stagione ha un effetto soporifero su di me, ma anche sugli altri viaggiatori. Tutto lo scompartimento, stranamente, è avvolto in un silenzio ovattato: cullati dalle lievi oscillazioni sui binari, c’è chi legge, chi ascolta la musica, ma siamo tutti mezzi addormentati.
In questa scena quasi onirica a un certo punto irrompe il controllore, per la consueta verifica dei biglietti. Tutto procede regolarmente, con discrezione direi, quasi per non disturbare. Poco distante da me sono sedute due ragazze, giovani e carine, con abbigliamento estivo che lascia libere le gambe e le braccia, sulle quali sfoggiano una bella abbronzatura ambrata, il viso è nascosto da giganti occhialoni da sole. Dormono profondamente, a giudicare dalla postura stravaccata e dalla bocca semi aperta. È il loro turno per la verifica del biglietto: il controllore con discrezione accenna:
“Biglietto, prego!”
Nessun cenno di reazione.
“Biglietto, prego… ticket please…”
Ancora niente, prova delicatamente a scuotere la spalla della ragazza seduta sul lato del corridoio.
“Ticket please!”
Niente. Prova con quella seduta accanto al finestrino.
“Ticket please!”
La ragazza pare riprendersi da un sonno ancestrale, come se dormisse da un secolo, con aria tra l’assonnato e l’infastidito rivolge finalmente la sua attenzione al controllore.
“Ticket please!”
Ripete ormai ossessivamente il controllore. La ragazza gli risponde, non capisco in che lingua, indicando la sua amica. Intuisco che i biglietti li ha lei, che ancora giace serena tra le confortevoli braccia di Morfeo.
Il controllore risponde ancora in inglese, lei ribatte accennando a un airport. Alla fine è lui a cedere, dicendo:
“Scendete a Firenze? …Florence?”
E la ragazza, con aria innocente e un po’ disorientata, tipica proprio delle turiste americane appena atterrate (un attimo, però, manca qualcosa… non hanno le tipiche mastodontiche valigie con loro!):
“Yes, Florence…”
E lui:
“Va bene, via, ripasso tra un po’ allora, later…”
Appena il controllore esce dallo scompartimento, le facce di entrambe le ragazze, anche quella della bella addormentata, si contraggono in una smorfia che in pochi secondi si trasforma in una grassa risata. Tra le risa, commentano la scena, in un perfetto italiano con la “c” bene aspirata.
Scendono entrambe nella mia stessa stazione, due fermate prima di Firenze Santa Maria Novella.
Il siparietto è raccontato benissimo ma chissà perché non riesco a divertirmi a queste prodezze, forse sono troppo vecchia, forse sono stanca dei furbetti italici che la fanno sempre franca… secondo me uno sgambetto non ci sarebbe stato malaccio.
Beh anche a me non è che siano piaciute troppo nella loro prodezza, specialmente ieri che ho dovuto pagare il consueto salasso mensile per l’abbonamento…
Ahahah, povero controllore! Già fanno sempre un po’ di fatica con l’inglese, se poi gli fanno anche gli scherzi.
Il mio preferito rimane comunque quello che disse “we’re now arriving in Pisa Central”. Da vero professionista, aveva tradotto anche “Centrale”!
In questo perido turistico anche io a volte mi avventuro nel dare indicazioni in perfet inglisc ai poveri turisti disorientati… con esiti spesso incerti 😀
Beffato miseramente. Certo che faccia tosta. Bastava che chiedesse i documenti ed erano fregate
Guarda, mi è dispiaciuto proprio, è stato così carino che non se lo meritava lo scherzetto…
Piurrosto antipatiche ‘ste due.
Infatti… sarebbe stato da dirgli qualcosa, ma io non ho il carattere 😦
Che carino però il controllore… ed è pure rimasto beffato!
Buona giornata 🙂
Davvero, ci lamentiamo sempre che c’è poca gentilezza e poi, per una volta che uno si mostra disponibile… taaac… ti fregano!
un premio. per la recitazione. e uno a te. per la sapienza con cui dipingi le scene come se fossero proprio lì. davanti ai nostri occhi.
Grazie mille! 🙂
Quanti ne vedo di ‘sti furbetti sui treni, fa proprio rabbia il modo in cui si prendono gioco dei controllori, e soprattutto di noi PAGANTI! Che schifo!
Infatti… sembra una scena comica e ti viene anche da ridere, poi ci pensi e realizzi che quello che rimane fregato da questa storia, non e` mica il controllore, sei te che l’abbonamento l’hai pagato!
Il post è come sempre scritto molto bene ma devo ripetere quanto già scritto da altri, i furbetti non mi stanno affatto simpatici, danneggiano tutti noi.
Un bacione cara!
Hai ragione! La vera vittima dello scherzetto non e` il controllore, siamo noi che il biglietto lo paghiamo!
Descrizione perfetta, sei riuscita a trascinarmi fino in fondo all’articolo. Povero controllore!! Certo che le ragazze hanno saputo recitare proprio bene la loro parte. Anch’io, come altri lettori, odio chi cerca di evadere dai propri doveri. Ciaoo Bea
Grazie! Anche a me non piacciono troppo ‘sti furbetti!
Hai una nomination…:-)
Grazie mille per la nomination! 🙂