Dinamiche non lineari

Natale si avvicina e alla stazione il consueto movimento caotico è più intenso del solito. E’ tempo di vacanze, tempo di partenze e di arrivi. La stazione è un continuo e frenetico brulicare, ma non solo di persone. Ci sono altri esseri variopinti che corrono in lungo e in largo sui marciapiedi, attraverso le porte del bar, davanti all’edicola. Li vedo soffermarsi per un pochino in coda alla biglietteria o alla macchinetta automatica, per poi ripartire velocemente, con una brusca rotazione, di corsa verso un treno. Non sono spiriti immateriali, ma esseri piuttosto solidi, e le mie scarpe lo sanno bene ormai, purtroppo. Possono avere varie forme, la più comune è a parallelepipedo un po’ stondato negli angoli. Per muoversi non hanno zampe, ma piccole rotelline. Nelle loro pance ci sono tante cose: vestiti, scarpe, spazzolini da denti, ma anche ricordi, sogni, aspettative, regali da dare, regali ricevuti. Si spostano trascinati dal loro padrone, ma spesso non lo seguono volentieri. Lui è sempre di corsa mentre loro vorrebbero magari soffermarsi davanti a una vetrina, mangiarsi un hamburger nel colorato fast food, fare due chiacchiere. Invece, niente, bisogna correre, il treno sta per partire. Allora, approfittando di ogni piccola irregolarità del pavimento, iniziano a sbandare, ribaltare, cadere o sbattere addosso ad altri viaggiatori. Per le feste di Natale in particolare sono belli cicciottelli, imbottiti più possibile, appesantiti anche da borse di plastica contenenti pacchetti infiocchettati, che penzolano sui lati rendendoli ancora più instabili e recalcitranti alla volontà del loro padrone.

Nella stazione, a parte qualche investimento o qualche sbandata non creano particolari disagi, anzi, in fondo danno pure un tocco di colore e allegria. Il problema è sul treno. Non hanno un posto fisso, nelle cappelliere in alto non entrano, ingombrano il corridoio, occupano dei sedili. Il momento della salita sui treni con la prenotazione è particolarmente complicato. A me capita sempre, per la legge di Murphy, di trovarmi davanti alla porta che è dalla parte opposta rispetto al posto assegnato, di dover salire mio malgrado, trascinata dalla folla, e di dover percorrere tutto il corridoio, scavalcando bagagli di dimensioni ciclopiche, un’impresa tutt’altro che semplice.

Io ne ho due, di trolley: uno nero con i bordi arancio e uno blu scuro. In questo momento stanno riposando tranquilli nel soppalco, per queste feste rimarranno lì penso… ma mi hanno confessato che stanno iniziando ad annoiarsi, avrebbero voglia di andare a fare un giretto. Quello nero mi ha detto che gli piacerebbe andare a Londra, chissà che non lo accontenti, magari la prossima primavera!

trolley