Viaggio di ritorno, sono seduta accanto al finestrino, sto leggendo in attesa che parta il treno, non ci sono persone sedute accanto a me. Si avvicina una signora, arricciando leggermente le narici mi chiede gentilmente se i posti davanti a me sono liberi. Rispondo di sì, le sorrido e riprendo la lettura. La signora non si siede, apre la borsa e ne estrae una bustina contenente una salvietta igienizzante, di quelle che danno a volte sugli aerei o sul Frecciarossa. Apre la bustina e con la salvietta ripulisce con cura il seggiolino, partendo dal poggiatesta, scendendo progressivamente sullo schienale, fino ad arrivare sopra e sotto (!!) la seduta. A questo punto si siede, getta la salvietta e la bustina nel cestino, riapre la borsa e tira fuori una boccetta di detergente per le mani. Se ne versa un pochino sul palmo della mano sinistra, richiude la boccetta, la ripone nella borsa, inizia a sfregarsi per bene le mani, insistendo tra le dita, per un bel po’ di tempo. Poi riapre la borsa, prende un’altra bustina con un’altra salvietta, e con questa deterge accuratamente gli occhiali, partendo dalle lenti, ma non trascurando le stecche. La borsa si riapre, questa volta, finalmente, ne esce un libro. La signora, soddisfatta, inizia a leggere. Io, nel frattempo, ho finito il mio capitolo, sono arrivata a destinazione e scendo.