E’ quasi patologico, ormai: anche in vacanza, non riesco a evitare di scattare foto mentre prendo i mezzi pubblici… 🙂
Si chiama Sharbat Gula, è nata nel 1972 ed è stata fotografata da Steve McCurry nel 1984 nel campo profughi di Peshawar. L’immagine, splendida e nota a tutti, è stata la copertina di un famoso numero di National Geographic. A me, come a molti penso, colpisce soprattutto il verde magnetico e l’espressione indecifrabile degli occhi. Ho avuto la fortuna di visitare la mostra “Viaggio intorno all’uomo” dedicata al fotografo lo scorso anno, a Siena, mi è piaciuta tantissimo. Per l’occasione la cittadina era invasa dalle immagini dell’allora dodicenne ragazza afgana: incrociavi il suo sguardo enigmatico appena scesa dal treno, nel sottopassaggio, e poi lungo le strade, nelle vetrine dei negozi… La mostra purtroppo si è conclusa nel mese di novembre scorso e piano piano anche le riproduzioni della famosa foto sono andate a sparire. Ma i mezzi pubblici, si sa, hanno sempre un po’ di resistenza al cambiamento e forse, chissà, si sono affezionati alla ragazzina. Tant’è che giusto ieri, a diversi mesi di distanza, ho ritrovato con piacere i magici occhi verdi su un autobus extraurbano, ed eccola qua, Sharbat Gula, nel traffico mattutino di una mattina di fine giugno…
E’ quasi primavera, ormai. E siamo tutti stanchi degli smorti toni invernali. Il nero, il grigio, il marroncino… basta! Gli alberi, i giardini, i terrazzi iniziano a colorarsi, la mia clivia ha ben quattro enormi boccioli che stanno per esplodere con loro meraviglioso arancione. Anche i pendolari alla stazione stanno cambiando, sono più luminosi, quasi allegri direi, forse anche perché è venerdì. C’è tanta voglia di stare al sole, all’aria aperta…
E allora, che ci può essere di meglio, in questa bella mattinata, che scorrazzare attraverso la stazione con il monopattino, indossando un bel paio di ballerine viola e un’ampia e comoda gonna gialla? 😀
Buon fine settimana!
L’autobus
Che smetta di piovere
Il treno della mattina
Che qualcuno risponda al telefono
Che arrivi una ventata che mi porti via
Di diventare grande per poter guidare il treno
La vita da pendolare non è sempre grigia…
Siamo fermi in un punto imprecisato della campagna. Un temporale improvviso ha sorpreso tutti, anche il treno. Un fulmine ha pensato bene di andare a cadere proprio sulla linea, davanti a noi, danneggiandola. Il treno ripartirà tra circa quindici minuti, ci dicono dall’altoparlante. E io, invece di arrabbiarmi… mi sono dilettata a fare foto alle gocce di pioggia sul finestrino! 🙂
Oggi propongo una serie di foto un po’ retrò e un po’ vintage, raccolte in varie stazioni pendolari, sempre con il mio fedele aifòn 3GS e i filtrini di Lightroom (di cui tendo ad abusare un po’ troppo). Alcune delle foto sono state scattate qualche settimana fa al museo ferroviario della Stazione di Signa (FI). La splendida locomotiva a vapore che inizia la serie era ad aspettarmi stasera sul binario 5 della stazione di Siena.
Rieccomi con un nuovo post di immagini pendolari, dopo il successo riscosso dalla prima serie. Questa volta ho cercato di fare un lavoro un pochino più strutturato e ho tentato di seguire un tema. Le foto sono state realizzate con la fotocamera del mio i-phone 3gs, durante i miei quotidiani spostamenti in treno per andare al lavoro. Alcune le ho elaborare con Instagram e i suoi graziosi filtri vintage, le altre sono state semplicemente ritagliate e aggiustate (qualche ritocco a contrasto, esposizione ecc.) con i-photo.
Ok, dopo questa breve premessa direi che… si può partire! Signori, in carrozza!
La domanda di oggi è: quanti mondi si possono vedere, soltanto affacciandosi dal finestrino del treno?
Si parte: una faccia sorridente scarabocchiata da qualche ragazzo sul vetro del finestrino mette di buonumore anche in una giornata piovosa
Un’ombra misteriosa (ma non troppo) mi osserva dalla banchina mentre il treno si allontana
Le gocce di pioggia sul vetro
Certe espressioni dipinte dai graffitari lungo la ferrovia interpretano benissimo il sentimento che provo quando il treno è in ritardo o l’aria condizionata è rotta
Talvolta se il treno rallenta riesco a catturare qualche paesaggio antico
Le stazioni semivuote mi affascinano e mi mettono malinconia
Colori insoliti a volte dipingono il cielo al tramonto
I colori dell’alba e del tramonto sarebbero più belli ancora… se il finestrino fosse pulito
Un mio vizio: giochi di tramonti e di riflessi
Lo stesso tramonto e e gli stessi riflessi, da un altro punto di vista però
In questi giorni sono a casa con l’influenza e di conseguenza non ho niente da raccontare sulla mia vita pendolare. Ne ho approfittato per fare un po’ di backup e pulizia alle foto del cellulare. Pubblico qui quelle sul tema “pendolare” che mi sembrano più carine…
Inizio con una foto diciamo… di stagione
La nebbia la mattina, nonostante tutto, ha un certo fascino…
Il sole che prende il treno con noi pendolari
La campagna dal finestrino
Aspettare #1
i graffiti del sottopassaggio
Musicisti da viaggio
Trenino “vintage” scoperto in Germania
Dettagli di meccanica vintage
Alla stazione non si va solo a prendere il treno
Aspettare #2
Linee di fuga