Si riparte! Con un timido sole che fa capolino tra le nuvole spesse, che sia di buon auspicio per il nuovo anno pendolare!
alba
il grande e potente… Azz
In questo periodo dell’anno, in cui il mio orario di partenza la mattina coincide più o meno con l’alba, il cielo a volte regala degli spettacoli che compensano, almeno parzialmente, il disagio della levataccia. Stamani, per esempio, uno spesso strato di nuvole scure spadroneggiava a est, diventando via via più sottile e rarefatto nella parte alta del cielo, per poi svanire verso ovest. Il sole tentava con fatica di aprirsi uno spiraglio, come se dovesse sollevare una pesante serranda arrugginita e, mi piace immaginare, per lo sforzo era diventato tutto rosso. L’atmosfera era avvolta da questa luce morbida, nei toni dell’arancio, del rosa, del giallo. Tutto sembrava più bello: i visi ancora assonnati dei pendolari, il vetro sudicio dell’ascensore, le baracche abbandonate, persino le macchinette distributrici di cibarie e bevande, sul cui vetro si specchiavano i riflessi rossastri, avevano un inaspettato fascino. Mi sono spostata lungo il binario, verso la fine del marciapiede, per ammirare lo spettacolo e fare qualche foto. A un certo punto una lama di luce ha colpito i binari in un tratto che iniziava pochi metri davanti a me e proseguiva fino al punto ideale in cui, dopo una leggera curva verso sinistra, convergevano, all’orizzonte, rendendoli luccicanti come se fossero fatti d’oro. Una via dorata, quindi, anche se, invece che di mattoni, era fatta di ferro.
Ho lasciato liberi di correre lungo quei binari luminosi la fantasia e i ricordi delle letture di quando ero piccola, e allora, ecco che la ragazzina “emo” con i capelli per metà neri e per metà blu e gli stivaletti pieni di borchie metalliche che brillavano, come d’argento, è diventata Dorothy, il signore elegante con il completo grigio e la borsa per il portatile si è trasformato nell’Uomo di Latta, quel ragazzo con i vestiti trasandati, i capelli e la barba incolti non poteva che essere lo Spaventapasseri e la signora seduta sulla panchina, con quella cascata di riccioli biondi, il Leone pauroso. Tutti in attesa del treno per la Città di Smeraldo (previsto in arrivo con dieci minuti di ritardo). La magia è durata solo pochi secondi, poi le nuvole hanno avuto la meglio e tutto è tornato grigio come sempre. Sono rimasta sospesa, ancora per qualche istante, in questa specie di sogno ad occhi aperti, ma ci ha pensato la gracchiante voce dell’altoparlante, l’uccellaccio del malaugurio di noi poveri pendolari, a riportarmi alla realtà quotidiana: “Si avverte la gentile clientela che il treno 12345 proveniente dalla Città di Smeraldo e diretto alla Strega del Sud –quello che sto aspettando io, per intenderci- oggi non sarà effettuato per un guasto al treno, Trenitalia si scusa per il disagio”. Ed è da questo triste e così poco poetico epilogo della vicenda che trae origine il titolo del post 🙂
Immagini pendolari #2 dal finestrino
Rieccomi con un nuovo post di immagini pendolari, dopo il successo riscosso dalla prima serie. Questa volta ho cercato di fare un lavoro un pochino più strutturato e ho tentato di seguire un tema. Le foto sono state realizzate con la fotocamera del mio i-phone 3gs, durante i miei quotidiani spostamenti in treno per andare al lavoro. Alcune le ho elaborare con Instagram e i suoi graziosi filtri vintage, le altre sono state semplicemente ritagliate e aggiustate (qualche ritocco a contrasto, esposizione ecc.) con i-photo.
Ok, dopo questa breve premessa direi che… si può partire! Signori, in carrozza!
La domanda di oggi è: quanti mondi si possono vedere, soltanto affacciandosi dal finestrino del treno?
Si parte: una faccia sorridente scarabocchiata da qualche ragazzo sul vetro del finestrino mette di buonumore anche in una giornata piovosa
Un’ombra misteriosa (ma non troppo) mi osserva dalla banchina mentre il treno si allontana
Le gocce di pioggia sul vetro
Certe espressioni dipinte dai graffitari lungo la ferrovia interpretano benissimo il sentimento che provo quando il treno è in ritardo o l’aria condizionata è rotta
Talvolta se il treno rallenta riesco a catturare qualche paesaggio antico
Le stazioni semivuote mi affascinano e mi mettono malinconia
Colori insoliti a volte dipingono il cielo al tramonto
I colori dell’alba e del tramonto sarebbero più belli ancora… se il finestrino fosse pulito
Un mio vizio: giochi di tramonti e di riflessi
Lo stesso tramonto e e gli stessi riflessi, da un altro punto di vista però