… se mai ci andrò, ma questa è un’altra storia.
Non andrò alla posta alle otto di mattina, come dovevo fare per forza quando andavo a lavorare e non intaserò per mezza mattinata lo sportello perché non mi torna il conto della pensione di questo mese.
Non andrò al supermercato il sabato mattina.
Se proprio dovrò andarci, non assalirò come una furia il reparto delle offerte, pretendendo di acquistare il massimo possibile dei prodotti scontati, come se dovessi accaparrarmi beni di prima necessità per un evento bellico imminente.
Non palperò con metodica assiduità tutte le mele e tutti i pomodori del reparto ortofrutta, non busserò contro tutti i cocomeri per trovare quello migliore, maturo al punto giusto, anche perché non ho mai capito e probabilmente mai capirò che suono fa un cocomero buono.
Se, al mercato, sul treno, sull’autobus, in coda alla posta, in coda dal dottore, incontrerò qualche mia amica, non inizierò con i resoconti tipo bollettino di guerra, su chi è morto questa settimana e come, su chi si è sentito male ed è stato ricoverato. Non informerò il mondo che mi circonda sulla salute mia e dei miei familiari, non descriverò a tutte le persone che condividono il mio spazio i dettagli più raccapriccianti delle malattie che ho avuto.
In luoghi pubblici, dove altri sono costretti a sentire i miei sproloqui, non lancerò critiche generiche sulle generazioni che mi seguiranno, della serie “… i giovani di oggi non sono buoni a niente, non capiscono niente eccetera”, salvo poi, un attimo dopo, decantare le fantastiche doti della mia nipotina (ammesso che ne abbia mai una), che è la prima della classe, è la più brava della scuola di danza e le hanno assegnato il ruolo da protagonista nel saggio di Natale, suona il violoncello e ha vinto il titolo di Piccola Miss del quartiere.
Non prenderò l’autobus per andare al mercato nell’orario di spostamento dei pendolari. Che cavolo ci andrei a fare, alle otto e mezzo di mattina, al mercato? Potrei benissimo andarci alle dieci quando i pendolari sono già al lavoro, no?
Non salirò sull’autobus con il carrellino pieno zeppo di spesa, pretendendo di andare a sedere nel posto più distante da me.
Non brontolerò continuamente, rivolta alla ragazza di colore vistosamente incinta e con un bimbo piccolo in collo, che “… questi stranieri sono proprio maleducati, non lasciano il posto a sedere alle persone anziane, vorrei vedere se lo facessero nel loro paese… ” e discorsi qualunquisti/razzisti di questo genere.
Ma soprattutto, non mi alzerò dal mio posto a sedere, ottenuto facendo valere i miei diritti di anzianità su un povero studente assonnato, sette fermate prima della mia, che poi è anche il capolinea dove scendono tutti, spingendo, calpestando, molestando i poveri passeggeri appesi ai supporti in modo precario e pressati come in una scatola di sardine, gridando ogni volta, nelle orecchie del malcapitato “Scende alla prossima lei? Si può spostare un pochinino? C’è gente che deve scendere! Oh! Non si spostano mica sai…”, per poi centrare, con il mezzo tacco della scarpa sinistra, di cuoio nero con una bella fibbia dorata, molto bon-ton devo dire, l’alluce destro di una povera pendolare, appena arrivata con il treno, rovinandole l’inizio della giornata.
ma lo sai che pare che invecchiando si peggiori invece che migliorare e quindi si racconta che tutti i difetti, le manie, le piccole insofferenze…invecchiando si ampifichino a dismisura…
touché 😛 🙂
ah ah ah
Concordo su tutto. E aggiungo: non mi fingerò rimbambita più di quanto effettivamente sarò per saltare la fila al banco del supermercato, dal panettiere o altrove…
Sono d’accordo! E nemmeno cercherò di accaparrarmi in un colpo solo le sei bottiglie da cinque litri di olio nuovo in offerta per i soci che mi spettano teoricamente (mi è successo sabato scorso alla COOP 😀 )
bwahahahahah mi fai morire… mi sembra d vederti, un mix fra me e te, in piedi tentando inutilmente di evitare il micidiale tacco… (i vecchi, come sanno essere bisbetici loro, nessuno mai)!
Guarda mi capitano purtroppo abbastanza spesso sceneggiate di questo genere… una di queste volte mi ribello!
aahahah alla fine vincono sempre loro fidati!
Brutta mattina eh?! Mica per caso de l’hai su conbuna donna anzina?!
Il mercoledì mattina in particolare è una tragedia: è giorno di mercato e gli autobus fin dall’alba pullulano di amabili vecchiette inferocite. Quando il tempo lo consente mi faccio tutta la strada a piedi ma in inverno è dura!!
Com’eta quella canzone inrispettosa di vecchia data? “Ammazza la vecchia, col filk e se non muore, col gas…” un giorno toccherà anche a noi e allora: vendetta!
Ohiohi già mi vedo un’arzilla (spero!) ma bisbetica e irascibile vecchietta, con la dentiera traballante, che insegue con il bastone i giovinotti… un pochino lo sto già diventando!
🙂