Con questo post festeggio il primo compleanno del blog, evviva! Non credevo di avere la costanza e il materiale per scrivere con continuità per un anno intero e invece… eccoci qua! Per l’occasione ho anche cambiato look al blog: via il vecchio abito bianco e nero, ho scelto un rilassante tema azzurrino, anche perché, come si usa dire da queste parti, “il celeste tutti i brutti li riveste” 😀 Grazie a tutti quelli che in questo anno hanno letto e apprezzato le mie storielle, spero che continuerete! Buona lettura!
Sono ormai diversi anni che, quasi quotidianamente, mi trovo ad avere a che fare con treni, orari e coincidenze, ma a certi fenomeni ancora non riesco ad abituarmi. Soprattutto, non riesco a comprenderli, perché, ne sono sicura, deve esistere una spiegazione logica, una motivazione, ma io non ci arrivo proprio.
Sto parlando della segnalazione dei treni in partenza e dei relativi binari nel tabellone dell’orario della stazione di Firenze – Santa Maria Novella, non so se è così anche nelle altre grandi stazioni.
Fino a qualche anno fa sopra alla scritta Salone Biglietti della stazione troneggiava un enorme tabellone meccanico. Quando si aggiornava, riga per riga, le lettere della destinazione e le cifre dell’orario iniziavano a girare vorticosamente con un delicato trrrrrr che progressivamente trasformava Milano C.le in Pistoia, Pistoia in Roma Termini, Roma Termini in Pontassieve ecc.. C’era suspance, sembrava di essere alla Ruota della Fortuna.
La stazione si sta modernizzando: al posto delle sale d’attesa sono spuntati un negozio di abbigliamento e il Club Eurostar, le severe geometrie del razionalismo italiano, di cui la stazione è un celebre esempio, sono sempre più interrotte da scritte fluorescenti. E anche il tabellone meccanico è stato sostituito da uno digitale, con le scritte arancioni che si aggiornano velocemente e in silenzio.
Questi ammodernamenti non hanno però risolto uno dei problemi che mi ha generato in molte occasioni un po’ d’ansia. La situazione tipica, che di solito si verifica nei giorni in cui non puoi proprio arrivare tardi, in cui hai gli orari strettissimi o appuntamenti importanti, è la seguente: il treno è previsto in partenza tra dieci minuti ma ancora sul tabellone il binario non è indicato, non è neppure indicato alcun ritardo. Passano lentissimamente i dieci minuti, lo sguardo oscilla tra l’orologio e il tabellone, come quello degli spettatori di una partita di tennis. Allo scadere dei dieci minuti, a fianco del nome del treno, sul tabellone, appare una cifra, un “5”, non in corrispondenza del binario però, bensì nella colonna che riporta i minuti di ritardo. L’attesa si prolunga e la tensione cresce. Passati i cinque minuti, ovviamente non succede niente e inizi a fare ragionamenti su dove possa essere andato a finire il treno, vai al tabellone cartaceo per trovare una prova tangibile che il treno esiste, ti ripeti ossessivamente in testa: “Eppure l’orario è quello giusto, eppure oggi non c’è sciopero, ho controllato, eppure oggi sono stata attenta…”
E inizi a pensare a possibili alternative e a calcolare i tempi necessari per cambiare strategia. Intanto i minuti di ritardo diventano dieci, e poi quindici. Per scaricare la tensione inizi a giocherellare con il telefono, a sfogliare il giornale, a spostarti avanti e indietro per la stazione, seguendo quella specie di corsie virtuali create sul pavimento alternando le lastre di marmo rosso a quelle di colore bianco. Appena ti distrai per un attimo, ecco che sul tabellone appare finalmente il numero del binario, ovviamente è dalla parte opposta rispetto a quella in cui ti trovi adesso. E, giusto per dare il colpo di grazia al sistema nervoso, appena aggiornato il binario, inizia a lampeggiare la lucina che indica la partenza imminente.
Murphy colpisce sempre a tradimento!
A volte mi sembra che ci sia una volontà vera e propria dietro, che si diverte a spostarci qua e là come burattini nella stazione.. ci vuole tanta pazienza!
BUON COMPLEANNO! 100 di queste traversi(n)e!
Mi piace il tuo nuovo look, ma sento la mancanza di un vagone, un binario, una locomotiva. Questo azzurro è troppo lindo, pulito, immacolato.
Purtroppo il thriller dei tabelloni non è facilmente risolvibile. Secondo te perché Agatha Christie ha ambientato uno dei suoi celebri gialli su un treno? Non le interessava scoprire l’assassino, ma a che ora e su che binario partiva il treno.
Comunque sospetto che un amino sadico sia appostato dietro al tabellone e cambi orari e binari per godersi le reazioni dei pendolari
Grazie mille!!! A dire il vero la foto nel tema nuovo sarebbe prevista, solo che ancora non l’ho scelta, ma nei prossimi giorni la metterò. Per quanto riguarda il tabellone, forse hai ragione, magari dietro c’è un gruppo di amici buontemponi che se la ridono con commenti del tipo “guarda cosa gli combino oggi!” A presto!